NUOVA DENOMINAZIONE
Nasce l'associazione Flavio Arconzo - Vittime della strada e della giustizia
La presidente Katia Schiavone ha deciso di sciogliere l'affiliazione con la sede centrale dell'A.g.u.v.s. e di creare un sodalizio autonomo che possa continuare a perseguire i suoi scopi.
Il logo dell'associazione
FASANO - Nella giornata di ieri, 17 dicembre, è stata ratificata la nascita dell'associazione "Flavio Arconzo - Vittime della strada e della giustizia". Già nei giorni scorsi la presidente Katia Schiavone aveva spiegato, in una nota diffusa sui maggiori social network, la sua intenzione di sciogliere l'affiliazione con la sede centrale dell'A.g.u.v.s., seguendo un iter burocratico conclusosi solo poche ore fa.
‹‹Nel corso di questi anni - scriveva la Schiavone - la Sede AGUVS di Fasano “Flavio Arconzo” ha condiviso percorsi e iniziative con la sede Nazionale AGUVS alla quale era affiliata. Oggi quegli obiettivi che accomunavano le due associazioni si sono diversificati e non collimano più››. Da qui la decisione, dunque, di continuare a perseguire i propri obiettivi in assoluta autonomia, avvalendosi del supporto di numerosi sostenitori.
La nuova denominazione scelta per il sodalizio lascia ben intendere il suo fine primario: la vera battaglia non è soltanto sensibilizzare alla corretta educazione stradale, bensì lottare contro uno Stato che, troppo spesso, punisce in modo quasi beffardo gli assassini. ‹‹E' necessario combattere l'ingiustizia della legge italiana, - spiega a tal proposito la presidente - che rende coloro che muoiono sulla strada, vittime per la seconda volta, offendendone la memoria, poiché non penalizza i criminali che li hanno uccisi››.
Intanto, Katia Schiavone chiede a gran voce che l'amministrazione comunale possa concedere una sede alla sua associazione, sia per una questione puramente logistica che permetterebbe di raccogliere le adesioni e di effettuare le assemblee tra i soci in un luogo più consono, sia per la realizzazione di numerosi progetti. ‹‹Vorrei che diventasse un luogo d'incontro e di socializzazione per le famiglie delle vittime - spiega - e magari per dibattiti di confronto, coordinati da una figura professionale, quale uno psicologo, ma non solo. Con un tetto sulla testa si potrebbero proiettare video e organizzare costanti appuntamenti di sensibilizzazione rivolti ai giovani e non››. Insomma, di certo le idee ci sono, ma è difficile concretizzarle senza un luogo di ritrovo. La speranza è, dunque, che l'amministrazione vigente, da sempre ben predisposta ai rapporti con le associazioni culturali e sociali del territorio, accolga l'appello del nuovo sodalizio.
di Claudia Turchiarulo
18/12/2012 alle 00:47:50
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